La storia della Cavolaia
E allora fece ciò che nessuno avrebbe osato. Cominciò ad avvertire chi ancora si avvicinava al palazzo, sussurrando con un tono basso e carico di urgenza: “Non entrate. Nessuno esce.” Il suo avvertimento fu un salvavita. Gli invitati successivi, insospettiti dalle parole della Cavolaia, si fermarono, scappando prima di varcare quella soglia fatale. Era un atto disperato, ma la paura fu più forte della curiosità, e così fuggirono, lasciando i loro compatrioti a un destino tremendo. Più tardi, quando qualcuno ebbe il coraggio di entrare per scoprire cosa fosse successo, la verità si rivelò. Oltre quella porta, tutti gli uomini erano stati assassinati. Non c'era via di scampo, nessuna redenzione. Solo morte.
La leggenda dice che la città non dimenticò mai il coraggio della Cavolaia. Dopo la sua morte, la sua memoria fu onorata, e ogni anno veniva celebrata una messa in suo suffragio. Ma non finisce qui. A dare un tocco ancora più macabro alla storia, c’è una campana che ancora oggi suona in suo onore. Si chiama la Campana della Cavolaia, e inizia a rintoccare alle tre di notte, dalla sera di Ognissanti fino all'ultimo giorno di Carnevale. Dicono che a quell’ora, molti anni prima, fu perpetrato l’inganno mortale. Il suono cupo e ritmico di quella campana riecheggia tra le vie strette e fredde, come un sinistro promemoria di quella tragica notte. Nessuno, per quanto coraggioso, può fare a meno di rabbrividire al suo suono. E così, ogni volta che la campana suona, i fiorentini ricordano la Cavolaia, la donna che con i suoi avvertimenti cambiò il corso di una notte altrimenti destinata a un bagno di sangue ancora più ampio.
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